La falena infuocata

La falena infuocata

 

Emma Livry, o Emma Marie Emarot, la potremmo definire una ballerina la cui bruttezza fu inversamente proporzionale all’enorme talento.

Danzava presso l’Operà di Paris ed era un’allieva scelta di Maria Taglioni.

La sua, è una storia assai triste, velata di grottesco, ma così bella da ascoltare perchè… unica!

 

Mentre danza leggera nel ruolo di farfalla notturna, durante le prove , sfiora una lampada a gas del teatro, le si rovescia addosso e il suo tutù prende immediatamente fuoco.

Finisce quindi come una falena quando si avvicina, lieve, alla luce; non si trasforma certo in una lucciola, finisce per morire.

E nemmeno subito, bensì dopo lunghi mesi di agonia (8 all’incirca) grazie alle ustioni riportate.

Si narra che, trovandosi senza vestiti, poichè corrosi dalle fiamme, si continuasse a coprire con gli stracci infuocati, aggravando, di fatto, le ferite riportate. (se fosse stata meno pudica si sarebbe salvata?)

L’orrido spettacolo venne “spento” da un pompiere che le gettò, addosso, una coperta.

All’epoca iniziavano le prime norme di sicurezza nei teatri e, per evitare certi tipi di disgrazie, avevano brevettato dei tutu meno leggiadri, ma non altamente infiammabili come gli originali.

Ma Emma voleva essere farfalla, non certo un bruco incerto in un tulle rigido e giallino, così firma una dichiarazione per cui esonera il teatro dagli eventuali incidenti che le potrebbero capitarle.

L’improbabile e beffardo destino la rende prima una farfalla notturna, poi luce… e poi polvere.

Muore così, a 21 anni, l’ultima ballerina di epoca romantica, dopo aver interpretato il suo unico ruolo in Le papillon e di falena per dire addio, precocemente, alla vita.

 



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